Netiquette per scrittori. Le regole per gli autori social 2.0

Netiquette per scrittori. Le regole per gli autori social 2.0

Autori social 2.0 – La netiquette per scrittori

Netiquette per scrittori. Tutto quello che devono sapere gli autori social 2.0 e che non vi  dice nessuno

Netiquette: che cos’è?


Netiquette
deriva dall’unione di due parole: net, rete, étiquette, etichetta o galateo. È un termine già attempato, perché ha più di vent’anni ed è nato con l’avvento dei forum e dei siti nei quali gli utenti potevano interagire fra loro. Risale all’epoca giurassica delle prime mailing list, prima dell’avvento della messagistica e del mondo social.

Come sempre, quando esseri umani interagiscono, divenne necessario dare regole per evitare fastidi e fraintendimenti, così furono stilate regole semplici (qualcuna anche stramba) affinché la rete rimanesse un luogo piacevole per tutti.

La netiquette, poi, è stata sposata dai social, dove è diventata indispensabile. Se non ci si attiene alla netiquette, infatti, si rischia seriamente di far arrabbiare i più suscettibili, di offendere chi è sensibile o di finire col litigare con chi si accende facilmente.

La netiquette: perché

La netiquette potrebbe sembrare un’idiozia. Uno potrebbe dire che nella vita abbiamo già abbastanza regole, nei social dovremmo poterci svagare senza pensieri.

In realtà, la netiquette non è un vero e proprio galateo, né ha alcun valore legale: è solo un insieme di suggerimenti che permettono una migliore fruizione degli spazi virtuali comuni. Seguirla non costa grandi sforzi e dà invece grandi risultati, visto che ci vuole davvero poco per mostrarsi agli altri utenti come persona educata e piacevole da leggere. Dove ci sono regole ci si capisce: la netiquette è una sorta di linguaggio condiviso per la rete.

Lo scrittore social

Oggi essere scrittori significa essere social.
Che si abbia alle spalle un editore o che ci si autopubblichi, per farsi conoscere e promuovere i propri libri è necessario adeguarsi alla moda e tuffarsi nella rete, proponendosi nei social come persona, come personaggio e come autore.

Le tre cose non sono necessariamente concomitanti. Si possono tenere profili privati (per esempio account accessibili solo agli amici), profili pubblici, pagine dedicate alle proprie opere… le possibilità sono infinite. In alcuni casi, specie se si hanno bambini e si desidera parlare di loro e mostrare foto agli amici, è consigliato separare il profilo pubblico da quello privato.

Purtroppo oggi avere un sito web come biglietto da visita non basta più: bisogna selezionare i social frequentati dal nostro pubblico di riferimento. Anche i forum stanno sparendo (non ridete, ce ne sono ancora, ma quasi tutti sono soppiantati da gruppi facebook e da telegram) e hanno perso il loro ruolo di riferimento che avevano fino a pochi anni fa.

Ecco, allora, nascere la nuova figura dello scrittore social.

Si tratta di un personaggio che parla spesso o sempre di scrittura, di editoria, di libri, che posta immagini legate ai suoi personaggi, che interagisce in gruppi e pagine che trattano di scrittura e libri.

Il confine fra scrittore social e spammer è molto sottile: se vogliamo evitare di valicarlo, e quindi di diventare sgraditi ai nostri contatti, dobbiamo per forza conoscere la netiquette e attenerci a essa.

Ecco, in dieci punti, le regole della netiquette che uno scrittore deve sapere per presentarsi al meglio nei social. Le altre che ho linkato valgono sempre, ma queste sono le più importanti per chi si occupa di scrittura.

scrivere

 

1 – educazione

Quando si entra nei social, d’obbligo, per tutti, è la buona educazione.

Evitare parolacce, commenti volgari, battute pesanti è il minimo che si possa fare.

Anche se siamo forti delle nostre idee e sappiamo usare la penna per colpire, è meglio che la usiamo per farci apprezzare dagli altri utenti per la nostra capacità di comunicazione e mediazione.

Senza contare che mostrare aggressività nei gruppi ci farà buttare fuori entro 4… 3… 2…1…

 

2 – rispetto

Siamo scrittori? Questo è incompatibile col mostrarci ragazzini maleducati. Dobbiamo imparare a rispettare gli spazi altrui (la mia libertà finisce dove comincia la tua). Se non siamo esperti di social, magari ci facciamo prendere dall’entusiasmo e usiamo in modo sproporzionato gli strumenti che i social ci forniscono. La netiquette però ci ricorda che non possiamo taggare i nostri contatti ogni volta che parliamo del nostro libro , per ogni promozione, infilarli d’ufficio in gruppi creati da noi. A voi piace ricevere tutti quegli inviti non richiesti o ricevere notifiche di commenti che non vi riguardano affatto? Magari è vero che abbiamo scritto un capolavoro, ma così portiamo i nostri amici a odiarlo e odiarci. Ancora peggio: chiedere l’amicizia a perfetti sconosciuti e mollare subito la richiesta di like o di profili da seguire. No ai messaggi privati per estorcere l’acquisto del proprio libro.

3 – grammatica e ortografia

Lo so. Digiti dal cellulare e hai il t9 che scrive cacca per cappa. Ma se ci vogliamo presentare come scrittori, non possiamo permetterci cadute gravi su grammatica e ortografia. Il nostro profilo sarà il nostro biglietto da visita: gli altri utenti, specie se orbitiamo in mondi di autori, editori e addetti al mestiere noteranno subito l’errore. Un refuso si riconosce. Attenti a “pò”, ho senza H… ma anche alla costruzione delle frasi. Se non sappiamo scrivere un post di due righe, come abbiamo fatto a scrivere un romanzo leggibile? Meglio un post in meno che una figuraccia in più.

4 – attenzione al lettore

Sempre per il concetto “siamo scrittori”, la nostra netiquette ci impone di non farci fraintendere. Dobbiamo essere in grado di scrivere post e risposte educate e non fraintendibili. Si può obiettare che, scrivendo, non si può mostrare il tono scherzoso o ironico.

No, se siamo scrittori è il nostro lavoro far capire le sfumature di un testo.

Abbiamo, nei social, un’arma fenomenale, le emoticon. Non sono un orpello per i ragazzini, come qualcuno pensa: sono nate per dare ai messaggi la giusta interpretazione. Perciò, se scherziamo, usiamole. Se vogliamo sdrammatizzare un messaggio, usiamole. E se vogliamo chiudere una discussione che diventa sgradevole, giochiamo con testi e immagini.

4 –  No allo spam

Evitiamo di spammare, limitandoci a spazi dedicati. Ai nostri contatti non piace, come non piace a noi, trovare ogni giorno decine di messaggi privati in cui qualcuno consiglia i propri libri. Possiamo scrivere privatamente ai nostri amici più cari, se il nostro libro è appena uscito, ma non possiamo permetterci di farlo con tutti i nostri contatti, di cui, in buona parte, non sappiamo quasi nulla. Se i nostri contenuti sono interessanti, i social premiano mostrando a più persone ciò che scriviamo: gli algoritmi sono sempre in movimento, quindi bisogna studiare un po’ quali post/testi/immagini sono più visti e/o condivisi.

5 – la classe non è acqua

Se siamo giovanissimi e abituati alle abbreviazioni, pensiamo che in rete non tutti hanno la nostra età… dobbiamo adeguarci. Uno scrittore non scrive una serie di consonanti e di K. Usa correttamente la punteggiatura. Impara a usare la modifica dei messaggi se tende a inviare troppo in fretta.

Chi scrive non può basare la sua vita social su ROTFL, LOL, OK. Ke, xche. Altrimenti mi aspetto di avere davanti una persona incapace di adattarsi al registro delle conversazioni. Per questo, ci raccomanda la netiquette, vale sempre la pena di aspettare un po’ a postare nei gruppi. Magari i tuoi amici scrivono tutti così e con loro puoi continuare, ma se lo fai nel gruppo “amici dei cruscanti”… uhm… 

6 – il caps lock NO

Come da titolo: il caps lock NO.

SE SCRIVO UN MESSAGGIO COSÌ, LO STO URLANDO.

A MOLTA GENTE QUESTO INFASTIDISCE, QUALCUNO SI OFFENDE, ALTRI RISPONDONO COME SE FOSSERO STATI INSULTATI.

Assolutamente da evitare, regola della netiquette strana ma ferrea.

7 – Accidenti agli accenti!

Forse non ci crederete, ma c’è chi guarda a come mettete gli accenti nei messaggi. Nei programmi di videoscrittura, lo sappiamo, la maggior parte si corregge in automatico, e noi non dobbiamo fare nulla.

Ma nel web non succede.

Spesso anch’io lascio correre un perchè o un poichè, ma già mi è pure capitato di ricevere mail in cui utenti premurosi mi segnalavano i refusi in un post post. Ebbene, purtroppo bisogna fare i conti anche con questo disagio, gli accenti giusti dobbiamo metterli noi da tastiera.

Il dramma vero arriva a inizio frase.

Come la scrivo la maiuscola accentata? Posso scrivere E’? Insomma, almeno faccio capire il mio intento… già è tanto aver messo la maiuscola a inizio frase! Sappiatelo: ci sono molti che ci fanno caso, per qualcuno è proprio una questione primaria.

Se abbiamo intenzione di fare le cose per bene, possiamo scrivere una splendida È. basta usare combinazioni di tasti provate a premere Alt e digitare 0200. Un elenco completo lo trovate qui. E farete un figurone.

8 – Non essere ubiquitari

Voi siete scrittori e dovete promuovere i vostri libri. La maggioranza dei vostri contatti fa la stessa cosa. Eccovi dunque tutti in massa negli stessi cinquanta gruppi, a cui cambia il titolo ma non la sostanza. Pensateci, quando ripetete lo stesso post identico in tutti e cinquanta. Che succede alla vostra bacheca quando lo fanno gli altri? 😉

9 – Leggete la netiquette!

La vera netiquette non è questa: qui ho raccolto solo qualche consiglio bastato sulla netiquette, perciò conviene dare un’occhiata a siti (va bene anche il link a wikipedia che ho messo all’inizio) che la riportano per intero.

Rimane la regola per tutti: divertiamoci, senza esagerare; esprimiamoci con rispetto, non prendiamoci troppo sul serio (evitiamo liti nei gruppi per poi abbandonarli, offesi) e non fingiamo di essere quello che non siamo. Mettersi i panni del grande autore incompreso (o di successo mondiale) non ci rende simpatici, non aumenta le vendite, non ci procura amici. Essere se stessi e condire la vita con un pizzico di umiltà non fa male, nella vita e nei social. Notate che i grandi scrittori, quelli veri, fanno così.

10 – gentilezza

Se qualcuno fa uno degli errori sopracitati, siamo gentili. Non tutti conoscono la netiquette. Magari l’utente ha davvero un T9 pazzerello impostato su lingua svedese. Magari ha 40 di febbre. Abbiamo pazienza, se siamo in confidenza possiamo anche far notare errori o atteggiamenti equivoci, ma non aggrediamo altri utenti. Il refuso è dietro l’angolo della nostra tastiera (o magari sta nei nostri libri e non lo sappiamo!!)

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